SENZA TRAMA E SENZA FINALECantiereCechov_Senza trama e senza finale_Macelleria Ettore (3)

dai Racconti di Anton Cechov

uno spettacolo di Macelleria ETTORE_teatro al kg

con Claudia de Candia, Stefano Pietro Detassis, Maura Pettorruso e Angelo Romagnoli

disegno luci Alice Colla
scena e costumi Maria Paola Di Francesco
musiche originali Renzo Rubino
organizzazione Daniele Filosi
consulenza drammaturgica Fausto Malcovati

testo e regia Carmen Giordano

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Anteprima: 5, 6 e 7 maggio 2015, Teatro Argot Studio, Roma
Prima nazionale: 2 e 3 luglio 2015, Festival Inequilibrio, Castello Pasquini, Castiglioncello (Li)


Prendi qualcosa dalla vita di ogni giorno, senza trama e senza finale.
Anton Cechov


Senza Trama e Senza Finale è una drammaturgia originale ispirata ai Racconti di Cechov: brevi, ironici, intensi e fuggevoli. Frammenti di vita ritratti con leggerezza. Attimi rubati al tempo che fugge. Cerchiamo un’altra prospettiva da cui guardare Cechov, battendo l’accento sul risibile del quotidiano e sulla trasposizione contemporanea di dinamiche universali. Nei Racconti ci sono in potenza tutti i personaggi e le relazioni che troviamo sviluppati nelle commedie. È un’occasione preziosa di indagare il linguaggio del maestro con rigore e libertà. Quattro attori danno vita a una folla umana di personaggi che s’intersecano sulla scena. Una drammaturgia basata sul ritrarre la vita com’è: senza trama e senza finale. Nel rincorrersi di tipi umani che sfuggono a definizioni date, nel seguirne stati emotivi, incontri mancati, errori di tempo, parole non dette e azioni sbagliate, riconosciamo un’organicità, un senso profondo legato alla vita, strumento e fine dell’indagine cechoviana. Costruiamo una giostra emotiva in continuo movimento, una concentrazione nello spazio e nel tempo di rapporti, conflitti, solitudini, gioie e paure.

Il progetto ha previsto cinque sessioni di lavoro per otto settimane complessive di prove, articolate in altrettante residenze artistiche in strutture diverse, cui corrispondono differenti interlocutori artistici: La Corte Ospitale di Rubiera, Armunia e il Festival Inequilibrio di Castiglioncello, L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino (Rn), il Teatro di Valdottavo (Lu) e il Teatro Sanbapolis di Trento.

Durante ciascuna fase abbiamo affrontato i Racconti di Cechov raggruppandoli in aree tematiche, circoscrivendone il campo d’indagine e mettendo a fuoco le possibilità di ciascun tema. Allo stesso tempo abbiamo aperto il lavoro al pubblico in tutte le fasi di residenza, sottoforma di prove aperte, per testare i materiali elaborati in modo che costituissero a un étude a sé, prima di confluire – in parte o del tutto – nella composizione finale dello spettacolo.

Segue il calendario delle fasi di lavoro:

  • 16 – 30 giugno 2014, La Corte Ospitale, Rubiera (Re)  
    Primo étude, 26 giugno 2014, La Corte Ospitale Rubiera
    “Nostalgia del presente”- Studio sui rapporti umani
  • 20-31 ottobre 2014, Teatro Sanbapolis, Centro Santa Chiara, Trento   
    Secondo étude, 30 ottobre 2014, Teatro Sanbapolis, Trento
    “Malattia della vita”- Studio sul confine tra sanità e malattia
  • 16 febbraio–1 marzo 2015, Castello Pasquini, Castiglioncello, Armunia              
    Terzo étude, dal 5 all’8 marzo 2015, Sala La Cavallerizza, Teatro Litta, Milano
    “Sapevo esattamente cosa fosse l’amore prima di innamorarmi” – Studio sull’amore
  • 5 – 8 marzo 2015, Teatro Litta, Sala La Cavallerizza, Milano
    “Sapevo esattamente cosa fosse l’amore prima di innamorarmi”       
    musiche dal vivo eseguite da Renzo Rubino
  • 20 – 27 aprile 2015, Teatro Colombo, Valdottavo (Lu) 
  • 27 aprile – 4 maggio 2015, Teatro Dimora l’Arboreto, Mondaino (Rn)
  • 25 – 30 giugno 2015, Teatro Sanbapolis, Centro Santa Chiara, Trento
  • 2 e 3 luglio 2015
    Prima nazionale di ‘Senza trama e senza finale’
    Festival Inequilibrio 2015 di Castiglioncello

RASSEGNA STAMPA

Il percorso di avvicinamento al mondo di Cechov intrapreso dalla compagnia Macelleria Ettore è a suo modo esemplare […]. La struttura drammaturgica segue la logica del montaggio, dell’assemblaggio di vicende e di ambienti diversi, con un andamento necessariamente sospeso, frammentario. Ma proprio questa discontinuità si rivela un pregio: quei brandelli, quei lacerti di rapporti altrimenti complessi, stagliati come sottovuoto, non ne danno una percezione riduttiva ma anzi li universalizzano, li consegnano quasi a una sfera assoluta.            
Renato Palazzidelteatro.it, 7 marzo 2015 
(su Sapevo esattamente cosa fosse l’amore prima di innamorarmi)

E proprio ai racconti ha guardato, con acume e umiltà, la regista Carmen Giordano, allestendo una notevole drammaturgia per frammenti, per evocazioni, per semplici situazioni emblematiche […]. In un ambiente sospeso tra interno e esterno (un pratino finto, con qualche fiore, un lampioncino e poi divanetto e poltroncina da salotto) si muovono – o meglio stanno, per sempre privi di vie di fuga – i quattro personaggi. Due coppie, che si alternano nell’inseguimento costante della grande chimera: l’amore. Sono struggenti quadri di amori sfioriti, di passioni mai raggiunte, di incomprensioni totali.
Andrea Porcheddu, glistatigenerali.com, 12 maggio 2015             

Non c’è una volontà di andare oltre i testi (nonostante l’adattamento e la presenza di alcuni brani originali), ma di indagarli a fondo attraverso una drammaturgia attoriale nella quale spicca Maura Pettorruso assieme a Claudia de Candia, Stefano Pietro Detassis e Angelo Romagnoli. Come le note di un piano che dicono più delle parole (centellinato e raffinato l’intervento musicale di Renzo Rubino), i loro sono corpi che si lasciano attraversare dalle situazioni, non temono il contatto e fanno giusta parsimonia di silenzi.
Viviana Raciti, teatroecritica.net, 13 maggio 2015              

Senza trama e senza finale è il passaggio (significativo) di un progetto pluriennale che la compagnia Macelleria Ettore sta realizzando intorno a Cechov. La regista e dramaturg Carmen Giordano ha smontato alcuni racconti cechoviani e li ha inseriti in una specie di girotondo (sì, alla maniera di Schnitzler) nel quale quattro attori (Claudia de Candia, Stefano Pietro Detassis, Maura Pettorruso e Angelo Romagnoli, tutti bravi oltre la media!) si scambiano vite, sguardi, parole e passioni vestendo volta a volta i panni di numerose coppie cechoviane. Dalle loro bocche escono parole spesso smozzicate; i loro gesti sono trattenuti; le loro emozioni sono incompiute. I silenzi e le pause pesano come le parole. Insomma, sono classicissimi personaggi di Cechov, di quelli che vorrebbero vivere ma non riescono a farlo. Sennonché mi è piaciuto il modo in cui Carmen Giordano è riuscita a riflettere la nostra contemporaneità nei bozzetti narrativi di un grande di cent’anni fa.                
Nicola Fano, succedeoggi.it, 20 maggio 2015           

In questa riflessione sul mondo cechoviano sono i dialoghi a fare da cardine alla drammaturgia ben costruita attraverso la regia di Carmen Giordano: la sua riscrittura, il disegno luci di Alice Colla e il potente lavoro attoriale di Claudia de Candia, Stefano Pietro Detassis, Maura Pettorruso e Angelo Romagnoli le fanno da corona.      
Francesca Giuliani, paneacquaculture.net, 9 maggio 2015


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