L’ESTASI DELLA LOTTA

un progetto di e con CARLOTTA VISCOVO | drammaturgia ANGELA DEMATTÉ | supervisione dei movimenti ALESSANDRA CRISTIANI | dramaturg ALICE SINIGAGLIA | light designer LUIGI BIONDI | musiche e progetto sonoro MARCO MANTOVANI | supervisione ai costumi MARGHERITA BALDONI | installazione scenografica/scultorea ETTORE GRECO | assistente allo scultore ANNA VELLUDO | video artist IVONNE CAPECE | archivio video biografico LORENZO PONTE e MARGHERITA ORSINI | management DANIELE FILOSI

una co-produzione LAC Lugano Arte Cultura | TrentoSpettacoli | Elsinor Centro di Produzione Teatrale |
con il sostegno di Qui e Ora Residenza Teatrale | Campsirago Residenza
 | Festival Il Giardino delle Esperidi | Fondazione Caritro | Provincia Autonoma di Trento

LO SPETTACOLO
Il desiderio di raccontare Camille Claudel, non come vittima paranoica e amante abbandonata ma rendendo onore alla sua opera, e l’impegno di Carlotta Viscovo in difesa dei diritti dei lavoratori dello Spettacolo, danno vita a questo lavoro. Camille e Carlotta, due artiste in lotta che non sanno tenere insieme le cose: l’ambizione legata alla propria arte e l’ansia di verità e di giustizia. In scena c’è un corpo che si fa scultura e che dialoga con la scultura. Dietro e insieme a questo, le parole e le immagini concrete e quotidiane, logiche e forti di una vita presente e passata, quella delle lotte sindacali. Un personaggio terzo che attraversa Carlotta e Camille, che indaga qual è il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. La parola come strumento di lotta non basta, occorre tornare al corpo. L’errore è stato forse separare la protesta dal palcoscenico, occorre invece mettere in Arte la protesta, incarnandola.

L’IDEA
L’artista Camille Claudel abita in me dal 2004, da quando ho visto le sue opere a Parigi. Da quel momento ho desiderato raccontarla, per toglierle il suo ruolo di vittima paranoica e di amante abbandonata. Volevo rendere onore alla sua opera. Nel 2011 ho conosciuto a Padova lo scultore Ettore Greco, grande esperto dell’opera e delle vite di Rodin e Claudel, e il desiderio di raccontare Camille è tornato prepotente. Ho cercato più volte di lavorarci, ma ogni volta sentivo di perdere lucidità, non riuscivo a proseguire. E intanto mi restava dentro, mi accompagnava silente, mi contaminavo di lei. Sono poi stata per quattro anni e mezzo Coordinatrice nazionale della Sezione Attori/Attrici della SLC_CGIL. Ho sempre sentito l’esigenza di fare qualcosa in difesa della mia categoria e per questo ho accettato di farmene portavoce. La scelta di prestare il mio nome a quel ruolo, però, mi ha identificata con esso, facendomi sentire ingabbiata. Sono entrata in qualcosa di ossessivo da cui mi era difficile liberarmi. Intanto, due giovani registi, incuriositi dalla mia storia, dalla fine del 2020 e per parecchi mesi, filmavano ore e ore della mia vita con l’intento di fare un documentario sulle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo e su di me. Finalmente, alla fine del 2021, colpita da alcuni lavori di Angela Dematté, ho voluto incontrarla. Si è creata una forte intesa e ho capito che lei poteva aiutarmi a trovare una strada. Nei nostri primi incontri, oltre al mio rapporto con Claudel, le raccontavo, senza apparente conseguenza logica, della mia esperienza nel sindacato. Mentre parlavamo ci rendevamo conto di come la mia vita risuonasse di quella di Claudel. Parlando con molte colleghe di questo lavoro, poi, ci accorgevamo di come la scultrice fosse ossessione per molte di noi, come se la sua paranoia inchiodasse noi tutte al ruolo di amante abbandonata e vittima paranoica. Bisognava attraversare questa fissazione e liberarsene, per ritrovare l’artista. Camille e Carlotta non sanno tenere insieme le cose: l’ambizione legata alla propria arte e l’ansia di verità e di giustizia. Il mio errore è stato pensare fosse giusto separare la mia protesta dal palcoscenico, invece occorre mettere in Arte la protesta, incarnandola. In scena c’è un corpo che si fa scultura e che dialoga con la scultura. Dietro e insieme a questo, le parole e le immagini concrete e quotidiane, logiche e forti di una vita presente e passata, la mia, quella delle nostre lotte sindacali. Un personaggio che attraversa Carlotta e Camille. Un personaggio che indaga qual è il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. La parola come strumento di lotta non basta, occorre tornare al corpo, farlo vibrare nella sua potenza, per raggiungere l’estasi.
Carlotta Viscovo

LE FASI DI LAVORO

  • 20/25 maggio 2024 | Camspirago Residenza | Campsirago (Va) | Residenza creativa
  • 29 giugno 2024 | Festival Il Giardino delle Esperidi
    PERFORMANCE SITE-SPECIFIC
    ‘IL CORPO DELLA LOTTA’
  • 6 e 7 settembre 2024 | Fondazione Salvatore Romano | Firenze
    PERFORMANCE SITE-SPECIFIC ‘IL CORPO DELLA LOTTA’
  • Settembre / ottobre 2024 | Lac Lugano (Ch)
    PROVE E ALLESTIMENTO
  • Ottobre 2024 | FIT Festival | Lugano (Ch)
    DEBUTTO